maresciallo

Il Maresciallo

Dal 1995, a seguito della riforma istituzionale, il grado di Maresciallo ha subito una grossa inflazione estendendosi a molti militari dell’Arma

Per effetto di tale Riforma, i Sottufficiali dell’Arma sono costituiti da Ispettori (Marescialli dei vari gradi e Luogotenenti) e Sovrintendenti (V.Brigadieri, Brigadieri, Brigadieri Capi, Brigadieri Aiutanti)

In pratica, il primo raggruppa coloro che si erano formati alla Scuola Sottufficiali (ridenominata Scuola Allievi Marescialli) oltre qualche graduato e sovrintendente promossi per concorso mentre, il secondo, annovera quei militari e graduati di truppa partecipanti con successo dei speciali corsi di formazione

Attualmente quindi, sono Marescialli anche i giovani allievi che hanno frequentato appunto la Scuola Marescialli

Pertanto, la Categoria Ispettori è formata attualmente, in ordine crescente d’anzianità, da:

Marescialli

Marescialli Ordinari

Marescialli Capo

Maresciallo Maggiore

Luogotenente

Luogotentente Carica Speciale

Ciononostante, nella realtà quanto nel luogo comune popolare, il “Maresciallo” per antonomasia resta l’Ispettore che, con un adeguato bagaglio di esperienza, comanda la Stazione territoriale ovvero il Comando tipo che forma la base del sistema organico dell’Arma posto a presidio di un territorio di uno o più comuni oppure di una parte di un grosso comune

maresciallo

Tali Comandanti sono chiamati ad assolvere numerosi compiti su varie materie rivestendo grosse responsabilità su tutti (senza trascurare l’impegno per l’amministrazione dei dipendenti e dei mezzi e materiali in dotazione)

Non a caso, il termine “maresciallo” deriva dal francese “mark-skalk” attribuito agli alti dignitari responsabili delle scuderie reali che sovrintendevano alla gestione, alla cura, all’allevamento, riproduzione e crescita degli animali

In seguito, il termine fu mutuato in “marechal de logis” ed attribuito alle più alte cariche dell’Esercito Francese, secondi solo al Capitano Generale rappresentato dal Sovrano

Tale ordinamento cadde a seguito della Rivoluzione ma, ai comandanti posti a capo dei vari presidi della nuova Gendarmeria popolar-borghese, fu attribuito lo stesso titolo di “marechal de logis” considerate le particolari e sensibili responsabilità che rivestivano e che esplicavano con la più ampia responsabilità sul reparto e sulle dotazioni

Con l’istituzione del nuovo Corpo di Gendarmeria piemontese (preso pari pari da quella francese), il delicato ruolo ricco della più vasta autonomia si concentro’ anche sui comandanti incaricati dei presidi territoriali piemontesi

Infatti, nel primo schema organico stabilito nel Regio Viglietto del 09 agosto 1814 veniva determinato che nell’organico fossero compresi quattro marechal de logis a piedi e tredici a cavallo, tutti incaricati dell’amministrazione, direzione ed impiego dei militari del nuovo Corpo

Appena un anno dopo, con la pubblicazione del Regolamento di disciplina e di servizio, il grado di marechal de logis fu italianizzato e tradotto in “maresciallo d’alloggio”

Nel 1821, con le Regie Patenti veniva rideterminato e aumentato l’organico stabilendo che veniva istituito il nuovo grado di “Maresciallo Capo d’Alloggio” attribuendolo a sette Comandanti e aumentando a venti quello di “Maresciallo d’Alloggio”

Il grado di Maresciallo d’Alloggio, che nel frattempo aveva acquisito anche quello di Maresciallo Maggiore d’alloggio rimase appannaggio dell’Arma dei Carabinieri fino al 1902 allorché fu esteso al resto dell’Esercito dove, nel 1907, furono assorbiti i gradi di Furiere e Furiere Maggiore

Durante la Grande Guerra i tre gradi furono ridenominati in Maresciallo di Compagnia, Maresciallo di Battaglione e Marescialli di Reggimento

Nel 1916 fu istituito anche il grado di Maresciallo Maggiore Aiutante

Così ripartiti, i gradi sopravvissero fino al 1972 quando si modernizzarono perdendo il suffisso “d’alloggio” diventando:

Maresciallo Ordinario

Maresciallo Capo

Maresciallo Maggiore

Maresciallo Maggiore Aiutante

E tali gradi, che marcarono l’Italia del dopoguerra e del “miracolo economico”, furono anche quelli che riuscirono ad imprimere sul vissuto popolare la figura di Maresciallo per eccellenza traendolo dai romanzi e dalla cinematografia dove emersero per rimanere indimenticabili i personaggi indelebili quali quelli impersonati da Turi Ferro e Arnoldo Foà ne “I racconti del Maresciallo” di Mario Soldati, da Vittorio de Sica nel trittico di “Pane, amore …” nonché, con Totò, ne “I due marescialli”, giungendo infine all’inimitabile “Maresciallo Rocca” alter ego, più di ogni altra sua interpretazione, del compianto Gigi Proietti