I Carabinieri Reali nella Grande Guerra – Caporetto, il ripiegamento sulla linea di resistenza del Piave
Il percorso di studi sull’opera dei Carabinieri Reali nella Grande guerra, avviato già da qualche anno sulla scorta del carteggio dell’archivio storico del Museo Storico dell’Arma, prosegue con la pubblicazione di questo volume, che si occupa del contributo della Benemerita in occasione della ritirata di Caporetto.
L’intervento dei carabinieri in questo drammatico contesto è stato corale, con un’immediata azione dell’Arma territoriale stanziata nelle zone interessate dalla manovra militare e dei particolari Comandi di nuova formazione sorti nelle terre occupate, a cui subentrarono i reparti mobilitati addetti alle Grandi Unità del Regio Esercito e quelli tattici ancora attivi.
Tra le criticità derivanti dalle diverse dipendenze, l’impegno dell’Arma ha riguardato non soltanto il contenimento dello sbandamento delle truppe, ma anche l’azione umanitaria di sgombero delle popolazioni stabilite in quei territori.
Nel corso degli anni, seguendo una strada già ampiamente battuta in Europa e negli Stati Uniti d’America, anche l’Italia ha guadagnato un proprio spazio nell’ambito del collezionismo di cimeli militari. Si tratta di raccogliere e preservare oggetti e materiale vario relativo alla storia militare, che in questo modo vengono preservati, studiati, catalogati e non di rado resi fruibili attraverso esposizioni e pregevoli pubblicazioni.
Vittorio Gorini, fondatore del Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri, si riferiva alle raccolte come a «rappresentazioni di fatti, di oggetti che li ricordano, di cimeli, attestanti e ricordanti imprese gloriose di virtù, di sacrificio, di ardimenti mirabili, operate sotto l’impulso di amor di patria, di religione del dovere, di abnegazione veramente umanitaria».
Con i medesimi sentimenti e intendimenti, da anni proseguo la ricerca di oggetti militari, avviata da mio padre, riferiti all’Arma dei Carabinieri, dalle sue origini sino al secondo conflitto mondiale; una missione, dapprima concentrata nella selezione, poi integrata con lo studio e la catalogazione delle memorie materiali, e oggi finalmente caratterizzata da una proiezione esterna della mia collezione.
Sono infatti convinto, come lo fu Gorini, che «la raccolta dei ricordi dell’Arma e delle memorie che ne costituiscono la storia parlante dal dì della sua istituzione» non costituisca «solo una giusta onoranza per chi fece, ma, di più, un poderoso stimolo e insegnamento per chi deve fare».
Tali considerazioni trovano naturale completamento e integrazione nello studio della storia dell’Arma, necessaria a proiettare un fascio di luce sugli avvenimenti, sui personaggi, sui valori dei Carabinieri e comprendere appieno il significato stesso dei cimeli e dei ricordi che li riguardano.
Con questa pubblicazione, l’autrice riporta alla luce un passato sepolto, depurandolo dalle scorie dei pregiudizi e dagli stereotipi che per troppo tempo, ormai cento anni, hanno oscurato l’opera dei carabinieri-soldato nella Grande Guerra, con particolare riferimento alla loro funzione di polizia militare.
La trattazione tecnica delle singole incombenze dell’Arma in questo complesso ambito, ancora prima della narrazione degli avvenimenti, rappresenta uno strumento ermeneutico indispensabile per comprendere il vissuto e il contributo di questa Istituzione nel primo conflitto mondiale.
La ricerca negli archivi militari dell’Arma e lo studio del poderoso carteggio che essi custodiscono ritrovano quindi nei cimeli, nelle uniformi, nelle medaglie e in ogni genere di ricordo la loro dimensione materiale e percepibile, poiché, con le parole di Gorini, «per la via degli occhi fedeli, il cuore comprende, sente ed apprende».
Guido Antoniazzi
Dai cimeli alla ricerca della memoria, il Museo dei Carabinieri Reali nella promozione della storia dell’arma
Nel corso degli anni, seguendo una strada già ampiamente battuta in Europa e negli Stati Uniti d’America, anche l’Italia ha guadagnato un proprio spazio nell’ambito del collezionismo di cimeli militari. Si tratta di raccogliere e preservare oggetti e materiale vario relativi alla storia militare, che in questo modo vengono preservati, studiati, catalogati e non di rado resi fruibili attraverso esposizioni e pregevoli pubblicazioni.
Vittorio Gorini, fondatore del Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri, si riferiva alle raccolte come a «rappresentazioni di fatti, di oggetti che li ricordano, di cimeli, attestanti e ricordanti imprese gloriose di virtù, di sacrificio, di ardimenti mirabili, operate sotto l’impulso di amor di patria, di religione del dovere, di abnegazione veramente umanitaria».
Con i medesimi sentimenti e intendimenti, da anni proseguo la ricerca di oggetti militari riferiti all’Arma, dalle sue origini sino al secondo conflitto mondiale, avviata da mio nonno, che da veterinario militare cura dei cavalli dei Carabinieri Reali; una missione, dapprima concentrata in attività di selezione, poi integrata con lo studio e la catalogazione delle memorie materiali, e oggi finalmente caratterizzata da una proiezione esterna della mia collezione, divenuta Museo dei Carabinieri Reali.
Sono infatti convinto, come lo fu Gorini, che «la raccolta dei ricordi [dell’Arma] e delle memorie che ne costituiscono la storia parlante dal dì della sua istituzione» non costituisca «solo una giusta onoranza per chi fece, ma, di più, un poderoso stimolo e insegnamento per chi deve fare». Tali considerazioni trovano naturale completamento e integrazione nello studio della storia dell’Arma – necessaria a proiettare un fascio di luce sugli avvenimenti, sui personaggi, sui valori dei Carabinieri – che consente di comprendere appieno il significato stesso dei cimeli e dei ricordi che li riguardano.
Con la Collana “I Carabinieri Reali nella Grande Guerra”, la storica Francesca Parisi riporta alla luce un passato sepolto, depurandolo dalle scorie dei pregiudizi e dagli stereotipi che per troppo tempo, ormai più di cento anni, hanno oscurato l’opera dei Carabinieri-soldato nella Grande Guerra.
Il volume dedicato alla Polizia militare in Zona di Operazioni e nelle Retrovie propone la trattazione tecnica delle singole incombenze dell’Arma in questo complesso ambito e, ancora prima della narrazione degli accadimenti, rappresenta uno strumento ermeneutico indispensabile per comprendere il vissuto e il contributo di questa Istituzione nel primo conflitto mondiale.
La ricerca negli archivi militari dell’Arma e lo studio del poderoso carteggio che essi custodiscono ritrovano quindi nei cimeli, nelle uniformi, nelle medaglie e in ogni genere di ricordo la loro dimensione materiale e percepibile, poiché, con le parole di Gorini, «per la via degli occhi fedeli, il cuore comprende, sente ed apprende».
Il volume dedicato agli Alleati in Italia e alle Truppe italiane in Francia propone una tematica poco trattata, soprattutto con riferimento agli Alleati in Italia, che delinea innanzitutto le modalità adottate per il coordinamento della polizia militare italiana con quelle inglese e francese.
Segue la trattazione delle vicende dell’Arma addetta alle truppe italiane in Francia, che si è misurata con le criticità di quel fronte, subendo notevoli perdite a causa dell’utilizzo di gas asfissianti da parte del nemico.
Completa il quadro offerto dall’opera il servizio dell’Arma presso le Truppe Ausiliarie inviate in Francia per eseguire lavori militari, attività che ha comportato altresì la costituzione di una Compagnia Speciale, a cui furono affidati tutti gli elementi con problemi disciplinari che, grazie all’impegno dei Carabinieri, seppero ricostituire il proprio sentimento patriottico.
I piastrini di riconoscimento italiani dal 1892 al 1945
È sempre un piacere collaborare nella stesura di testi interessanti come “I piastrini di riconoscimento italiani dal 1892 al 1945” di Ravizza & Rimoldi. Un volume che non ha la pretesa di elencare ogni variante di piastrino di riconoscimento esistente nel periodo indicato ma mostra mostra un quadro generale e alquanto approfondito dei modelli, regolamentari e di fattura privata, in uso durante i principali conflitti ai quali l’Italia prese parte.
Il libro contiene una parte dei ricordi del Carabiniere Reale Giovanni Ros, deportato dagli inglesi, i cui cimeli, donatici dalla figlia, sono esposti nella nostra vetrina contenente anche i documenti di altri due nostri militari che ebbero la stessa sorte a opera dei nazisti o degli inglesi.
Carabinieri 1895 – 1945, cinquant’anni di ricordi
Nel 1999 molte foto dei cimeli appartenenti alla Collezione Antoniazzi viene pubblicata nel libro “Carabinieri 1895 – 1945, cinquant’anni di ricordi” di Guido Antoniazzi e Diego Bigai. Una raccolta di oltre 400 immagini d’epoca inedite dei Carabinieri Reali, foto che a volte si presentano simpatiche e a volte drammatiche, che spesso rappresentavano un ricordo dei commilitoni e dei luoghi visitati, foto soprattutto che mostrano quanto quotidianamente i nostri avi Carabinieri fecero per l’Italia ed i suoi figli. L’opera, che vanta la Presentazione del Gen. C.A. Luigi Federici, già Comandante Generale dell’Arma e dell’introduzione del Gen. Brig. M.O.V.M. Umberto Rocca direttore del Museo storico dell’Arma, costituisce ancor oggi testo uniformologico di riferimento per storici e collezionisti.