appuntato copertina

L’appuntato

Appuntato in uniforme mod. 33 per truppa contraddistinta da ampio tascone posteriore detto “cacciatora”, cintura in vita e bavero del colletto in panno nero su cui andavano collocati fregi dell’Arma. Era l’uniforme comune a tutto l’Esercito che l’Arma sfruttò per alcuni contingenti in seno ai Battaglioni Mobili. Gli effettivi dell’Arma vestivano normalmente il tradizionale turchino, solo pochi militari variavano con l’uniforme grigioverde, erano reparti prettamente di manovra costituiti nel timore di imminenti conflitti. Anche la buffetteria era quella grigioverde e gli armamenti e gli equipaggiamenti erano quelli della mobilitazione mentre Il copricapo per tutti era il berretto a busta anche se gli Ufficiali continuavano ad indossare le peculiari uniformi in cordellino nero anziché quelle grigie.

Erano reparti il cui addestramento quotidiano era finalizzato al tiro e alla manovra tattica e per tali caratteristiche era dotato anche di elmetto rappresentato dalla versione italiana dell’Adrian francese (presto però sostituito dal nuovo mod.33). Fu l’uniforme con cui partirono i Volontari per la Spagna e per l’Etiopia (in questo caso non con l’elmetto metallico ma con il cosiddetto “elmetto tropicale” in sughero

Una figura iconica nell’Arma dei Carabinieri quella dell’Appuntato, grado tipico dell’Arma fin dagli inizi, quando venne infatti introdotto nell’allora Corpo dei Carabinieri Reali nel 1820, in derivazione dal grado francese di “appointé“.

Sul valore e significato degli Appuntati scrisse nella sua circolare n. 1063 del 21 gennaio 1883 il Tenente Generale Leonardo Roissard de Bellet, Comandante Generale dell’Arma dal 1878 al 1891:

«La concessione di questo distintivo conferisce all’Appuntato piena autorità sui Carabinieri… Questo fatto stesso però rende necessario che si proceda con maggiore cautela alla nomina degli Appuntati… onde sappiano apprezzare bene l’importanza della loro posizione. La scelta dovrà quindi essere fatta cadere sui Carabinieri provvisti di rafferma con premio, i quali per i buoni servizi resi, per la buona condotta serbata, per la fermezza del contegno, per la maggior conoscenza del servizio e zelo nell’eseguirlo diano arra di essere ognora di buon esempio ai Carabinieri e di aiuto al Comandante di Stazione nel mantenere la disciplina».

Andiamo ora a vedere la derivazione di questo storico grado: già nella famosa Enciclopedia ovvero Dizionario ragionato delle Scienze, delle Arti e dei Mestieri (Diderot e D’Alembert, Parigi, 1751), si legge alla voce “appointé”: «Un soldato appointé è colui che riceve una paga più alta degli altri in considerazione del suo coraggio o del tempo che ha servito». Ciò ci porta inequivocabilmente a richiamare la voce anspessade (lancia spezzata): nella citata Enciclopedia è scritto: «Gli anspessades sono quelli che i commissari alle rassegne nominano di solito nei loro registri appointés perché hanno una paga maggiore dei soldati semplici. Essi traggono origine dall’Italia dove erano dei gendarmi (inteso come gente d’armi) congedati che sollecitavano qualche fonte di sussistenza, un rango di qualche distinzione nella fanteria. Essi sono di solito 4 o 5 per compagnia».

Tralasciando tutte le indicazioni specifiche e particolareggiate circa i vari passaggi che portarono ad abolire e ripristinare più volte questo appellativo, possiamo definire sinteticamente l’origine e le funzioni dell’Appuntato come segue:

Anzitutto, che esso appare per la prima volta in Italia tra il 1500 ed il 1600, sia pure con il nome di lancia spezzata, e che non si trattava di un vero e proprio grado, ma solo di una qualifica o di un incarico, che verso il 1600 lo ritroviamo in Francia dove assume, attraverso il traslato “anspessade”, la sua denominazione nuova di “appointé” derivante dal fatto che i nomi di tali soldati venivano annotati nei registri contabili con un segno speciale.

Infine, che l’Appuntato viene ad inserirsi in modo stabile e non più transitorio nella gerarchia di base della truppa.

appuntato

In particolare, nell’esercito piemontese prima e italiano poi, il grado di Appuntato ebbe la seguente evoluzione:

A partire dal 1704, sotto il ducato di Vittorio Amedeo II le “lance spezzate”, evidentemente in analogia a quanto già in uso in Francia, assunsero anche in Piemonte la denominazione di “appointés”.

Sotto il regno di Vittorio Amedeo III, con il generale riordino del 1° aprile 1775 che stabiliva con definitiva esattezza la gerarchia dei gradi militari, furono fissati come ultimi gradi della truppa i seguenti, in ordine decrescente: Caporali maggiori, Sottocaporali, Appuntati. Pertanto è da tale data che la “qualifica” di appuntato divenne in Italia “grado”.

Nella gerarchia prevista dal nuovo ordinamento del 1814, dopo la parentesi napoleonica, non si riscontra più nell’Esercito Piemontese il grado di Appuntato. Infatti, dopo il Caporale e scendendo nella gerarchia, troviamo il tamburo (trombetta della cavalleria), il soldato granatiere con 30, 20, 10 anni di servizio e, infine, il soldato ordinario con 20, 10 anni di servizio.

Con regolamento del 1824 riapparve, nella Cavalleria, la qualifica di Appuntato, che precedeva il Sottocaporale ed il Caporale. Anche con la successiva sistemazione dei Reggimenti di Cavalleria in data 29 agosto 1831, tale qualifica venne confermata ed essa precedeva allora i gradi di Vicebrigadiere e Brigadiere.

All’incirca in quel periodo, anche il nuovo Corpo dei Carabinieri, come si rileva dal “Quadro di formazione del Corpo dei Carabinieri Reali” annesso al Regio Brevetto del 31 maggio 1836 a firma, d’ordine del Re, del Luogotenente Generale e Primo Segretario di Guerra e Marina marchese Emanuele Pes di Villamarina, furono previsti gli “Appuntati”, sia per i reparti a piedi che per quelli a cavallo, la loro paga, però, venne stabilita in misura uguale a quella dei Carabinieri semplici.

Il distintivo di grado per questi militari, che il “Regolamento Generale del Corpo dei Carabinieri Reali” del 16 ottobre 1822 aveva denominato alla francese “appointés”, era costituito, in conformità all’art. 521 del Regolamento stesso, da “…un gallone in argento in traverso al di sopra del paramano…”, la cui larghezza era di 2 cm..

Nelle altre Armi e Corpi dell’Esercito, in seguito alle disposizioni del 1834, la denominazione di “Appuntato” rimase esclusiva della Cavalleria: infatti, nella Fanteria si aveva il Soldato, il Sottocaporale, il Caporale ed il Caporal maggiore; nella Cavalleria il Soldato, l’Appuntato, il Vicebrigadiere, il Brigadiere.

Fino al 1° febbraio 1845, nella progressione dei gradi dei sottufficiali del Corpo dei Carabinieri Reali non esisteva il grado di Vicebrigadiere; si avevano, invece, due categorie di Appuntati e cioè di 1° e 2° classe. Per porre i Carabinieri nelle stesse condizioni di gerarchia dei militari degli altri Corpi di truppa aventi il grado di Sergente, con Regio Viglietto 1° febbraio 1845 venne istituito il grado di Vicebrigadiere in sostituzione di quello di Appuntato di 1° classe. Questi nuovi sottufficiali furono destinati al comando delle Stazioni in caso di mancanza, assenza o impedimento dei Brigadieri.

Per effetto dell’istituzione del già menzionato nuovo grado, cessarono di esistere le due categorie di Appuntati che, riunite in una sola, diedero luogo al grado unico di Appuntato, riservato ai Carabinieri ritenuti degni per ottima condotta e per lunghi e meritevoli servizi. L’Appuntato, quindi, apparteneva alla categoria dei Caporali ed era parificato al grado di Caporale maggiore della gerarchia delle altre Armi o Corpi.

In base al Regio Decreto 29 maggio 1872, che prescriveva tra l’altro le nuove uniformi per tutte le Armi del Regio Esercito, il distintivo di grado per l’Appuntato era costituito da un galloncino di lana rossa sormontata da un ricamo a fiore dello stesso tessuto, distintivo che si portava sulle maniche della giubba direttamente al di sopra delle manopole; per l’Appuntato dei Carabinieri il grado consisteva in un gallone sormontato da due galloncini con ricamo a fiore.

E’ interessante ricordare quanto riportato dalla legge nr. 301 del 3 luglio 1904 che recava modifiche agli assegni fissi per il Regio Esercito a favore del personale di truppa, dove l’assegno giornaliero dell’Appuntato dell’Esercito era di lire 1,04 (per il soldato era di lire 0,99), quello dell’Appuntato dei Carabinieri a piedi era di lire 1,96 (il Carabiniere aveva lire 1,91) ed infine per l’Appuntato dei Carabinieri a cavallo era di lire 2,57 (per il Carabiniere a cavallo lire 2,52).

Con l’adozione dell’uniforme grigio-verde i distintivi di grado dei graduati di truppa vennero confezionati non più in lana rossa, ma in lana nera; gli Appuntati dei Carabinieri conservarono i gradi in lana rossa solo per la Grande Uniforme. I galloni erano ancora a forma di V con il vertice in alto.

Con il Regolamento del 1939 fu previsto, invece, che per tutte le Armi dell’Esercito i distintivi di grado dei graduati e dei sottufficiali (esclusi i marescialli) fossero spostati dai paramani delle maniche al di sopra dei gomiti e, ridotti di dimensioni, venissero applicati con il vertice in basso.

Il resto è storia moderna! Oggi si diventa Appuntati per anzianità di servizio, dopo aver militato 5 anni nel grado di Carabiniere Scelto senza demerito e dopo ulteriori 5 anni, sempre senza demerito, si diventa Appuntati Scelti.

Una particolarità: vorremmo ricordare che la prima Medaglia d’Oro al Valor Militare dei Carabinieri, Giovanni Battista Scapaccino, caduto l’8 febbraio 1834, era già stato Appuntato di Cavalleria. Lo Scapaccino, soldato volontario dal 13 dicembre 1822 nel Reggimento “Piemonte Reale Cavalleria”, fu infatti promosso Appuntato il 1° dicembre 1828 (cioè dopo ben 6 anni, il che conferma come la qualifica di “Appuntato” non si ottenesse facilmente), Sottocaporale il 1° aprile 1829, Caporale il 1° luglio 1829, transitando poi nel Corpo dei Carabinieri Reali quale Carabiniere a cavallo il 16 gennaio 1830.

Per ultimo, giova ricordare tutti quegli Appuntati che sono stati decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare, purtroppo alla memoria:

1938 – App. VERI Leandro, caduto in servizio a Laigueglia (SV);

1942 – App. DE VITA Sabato, caduto in guerra in Albania;

1973 – App. DELLA SALA Carmine, caduto in servizio a Pontelagoscuro di Ferrara (FE);

1977 – App. CONDELLO Stefano, caduto in servizio a Razzà di Taurianova (RC);

1979 – App. RUSSO Raffaele, caduto in servizio a Napoli;

1980 – App. CORTELLESSA Ippolito, caduto in servizio a Viterbo;

           App. CHIONNA Antonio, caduto in servizio a Martina Franca (TA);

1981 – App. CODOTTO Enea, caduto in servizio a Padova;

1985 – App. PRINCIPATO Alfonso, caduto in servizio a Racalmuto (AG);

1994 – App. GAROFALO Vincenzo, caduto in servizio a Scilla (RC);

           App. FAVA Antonino, caduto in servizio a Scilla (RC);

1995 – App.Sc. CARRU Ciriaco, caduto in servizio a Chilivani (SS);

1997 – App. ZAMPERINI Candeloro, caduto in servizio a Merano (BZ);

2006 – App. FEZZUOGLIO Donato, caduto in servizio a Umbertide (PG).