Una giornata a Corleone
Arriviamo la mattina presto a Corleone, con il sole già alto e che promette una giornata di caldissimo aprile.
Al cancello della Caserma dell’Arma ci saluta la mascotte, un grosso e cordiale pastore abruzzese che ha scelto questa come sua dimora ideale e sicura.
Grazie alla gentile accoglienza del Capitano Daniele Giovagnoli, conosciamo qualcosa in più di questa storica struttura dell’Arma, costruita nel 1934, un anno che la sua architettura non nasconde affatto. Nella parte destra dell’ingresso di Compagnia e Stazione c’è la struttura che ospitava una squadriglia del Comando Forze Repressione Banditismo, retta dal Capitano Carlo Alberto Dalla Chiesa dal 3 settembre 1949 al 22 giugno 1950, durante il suo primo arrivo nell’isola.
Il ricordo del “Generale” qui si respira forte, lo si legge negli occhi del Capitano quando ce ne parla, ma anche in quelli del giovane Maresciallo in sottordine, che ci mostra orgoglioso l’enorme foto esposta all’ingresso della loro caserma, una delle più belle e ben tenute che abbiamo mai visitato.
Grazie per averci permesso di scattare queste foto, che sono un emozionante salto nel passato della storia del nostro Paese e dell’eroismo dei nostri Militari in questa martoriata Terra.



La mattinata a Corleone prosegue con la visita al Centro Internazionale di Documentazione sulla Mafia e del Movimento Antimafia.
Si tratta di una struttura gestita da giovani e preparate volontarie, che ospita fotografie, disegni e documenti capaci di raccontare come la piaga della mafia sia nata e abbia avuto modo di crescere, fino a essere esportata oltre oceano per arrivare infine al maxiprocesso di Palermo.
La responsabile, Elena Gulotta che conosce gia anche la nostra realtà museale, posa volentieri con noi e ci accoglie con grande simpatia e cordialità.
La nostra guida Sophia è molto brava, ha poco più di vent’anni ma idee estremamente chiare. Fa parte della nuova generazione, quella che sta crescendo con una mentalità diversa, carica di speranza e determinata a costruire un futuro migliore.
Tantissime le foto che testimoniano gli orrori compiuti da cosa nostra, ma anche il coraggioso e difficile compito portato avanti dall’eroico Pool antimafia di Falcone e Borsellino.
La giornata è ancora lunga e vogliamo approfondire la conoscenza di due tra gli uomini simbolo dell’antimafia, il Colonnello Giuseppe Russo e il poliziotto italoamericano Joe Petrosino, caduti nell’adempimento della loro missione.
Per questo ci rechiamo subito a visitare i luoghi dove tragicamente, persero la vita per mano di Cosa Nostra.











Arrivando nella grande piazza di Ficuzza di Corleone, sulla sinistra lo notiamo subito, è un monumento dalla forma strana ben tenuto con due nomi, due martiri dell’antimafia.
In quel punto il 20 agosto 1977 il valoroso Colonnello Giuseppe Russo cadeva in un vile agguato insieme all’amico, l’insegnante Filippo Costa.
Dal 2000, la piazza porta il suo nome e quel monumento ricorda quel tragico giorno di agosto.



…..in fondo ai giardini di Piazza Marina di Palermo lo vediamo sbucare tra le piante che ornano il parco, e’ un basamento in ferro che fa da sostegno ad una grossa mattonella dipinta a mano che ricorda il luogo in cui fu assassinato il più famoso investigatore Italoamericano nella lotta alla mafia d’oltre oceano .
Quella sera del 12 marzo 1909, a Piazza Marina Joe Petrosino non si aspettava certo di cadere vittima di un agguato così lontano da New York, la sua patria acquisita ove prestava servizio come detective della Polizia.
L’abile e preparatissimo sergente italoamericano era appena giunto a Palermo in missione segreta per raccogliere prove su mafiosi e gangster di origine siciliana
La Rai nel 1972 gli dedicò la miniserie “Joe Petrosino”, una delle opere televisive italiane più significative di quegli anni. Diretta da Daniele D’Anza, raccontava la vita e la lotta del celebre poliziotto italo-americano Giuseppe “Joe” Petrosino, noto per il suo impegno contro la criminalità organizzata agli inizi del Novecento.
Il protagonista era Adolfo Celi, che con la sua presenza scenica imponente interpretava un Petrosino credibile, forte e drammatico. Ma uno degli elementi che davvero hanno lasciato il segno nella memoria collettiva è senza dubbio la colonna sonora. La sigla, “Quattro colpi per Joe Petrosino”, era cantata da Fred Bongusto, e si distingueva per l’atmosfera malinconica e intensa, perfettamente in linea con il tono della serie.





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